La sostituzione di monomeri di derivazione fossile nei materiali termoindurenti è fondamentale per far fronte ai problemi di impatto ambientale legati all’uso delle resine tradizionali. Il gruppo di ricerca ha sviluppato un protocollo di preparazione di resine termoindurenti a partire da oli vegetali con differente composizione, in sostituzione dei tradizionali monomeri. I materiali ottenuti hanno un contenuto di carbonio di origine naturale che supera l’80%. Inoltre, l’uso di co-monomeri di origine terpenica consente di preparare resine prive di stirene, tossico e volatile, con un ulteriore vantaggio in termini di sicurezza. I materiali presentano proprietà meccaniche e termiche variabili e modulabili in base alla scelta dei monomeri e degli oli di partenza, con temperature di transizione vetrosa e moduli di Young confrontabili con i materiali contenenti stirene. Le resine sviluppate sono state inoltre impiegate nella preparazione di laminati compositi rinforzati con fibre naturali.
I materiali proposti derivano da una tecnologia emergente che vede nell’utilizzo di reagenti di origine vegetale il principale vantaggio in termini di impatto ambientale e di sicurezza. Oli vegetali abbinati a terpeni consentono infatti la sostituzione di monomeri di origine fossile e danno accesso ad un pool di materie prime molto vario che permette di modulare le caratteristiche del materiale preparato. Un grande vantaggio deriva anche dal fatto che si possono utilizzare oli di partenza provenienti da residui di filiera o addirittura di scarto. I materiali finali, sia resine che compositi potrebbero trovare impiego in settori industriali di grande impatto che vanno dall’automotive, all’arredamento e al design, per i quali l’uso di prodotti bio-based oltre ai vantaggi ambientali implica vantaggi competitivi derivanti dalla richiesta da parte dei consumatori, nonché sull’immagine aziendale e sulla necessità di far fronte alle sempre più stringenti norme legislative.