L’idea è quella di migliorare le tecniche di tracciabilità/rintracciabilità dei prodotti della pesca attraverso l’applicazione di “tecnologie omiche” nello studio della microbiota. Nuove tecnologie in grado di sfruttare l’enorme pool di molecole biologiche (ad esempio acidi nucleici, proteine, metaboliti), di cui tali risorse sono depositarie, in un potente strumento di identificazione e ricostruzione della loro storia, dal mare alla tavola. Operando con approcci integrativi si propone di rispondere soprattutto alla sempre più crescente necessità di identificare l’area geografica di provenienza del “seafood” ed in particolare quella di alcuni prodotti della pesca ad alto valore aggiunto. Attraverso l’applicazione di queste nuove tecnologie, si potrebbe offrire agli stakeholders nuovi strumenti e tecniche (disciplinari di produzione/processamento ed etichette) per trasferire ai consumatori più certezze sull’ origine e sulla qualità del prodotto acquistato.
Si propone di fornire a tutti gli attori della filiera ittica, dal pescatore al dettagliante, una nuova tecnologia, che permetta loro di tutelare e valorizzazione i prodotti ittici mediterranei di alta qualità. Differenziare in maniera netta le suddette produzioni da prodotti senza storia, provenienti da pesca illegale, non regolamentata, non dichiarata.
Le ricadute della tecnologia proposta, avrebbero dunque come beneficiario l'intero sistema di filiera agroalimentare e tra questi anche il consumatore finale, al quale si offrirebbe un prodotto rinnovato e sicuro. Costituire una rete di protezione e tutela della filiera ittica capace di frenare l’enorme sacca del “mislabeling”, un fenomeno sempre più diffuso e pervasivo.