La leishmaniosi è una zoonosi causata dal protozoo del genere Leishmania che, attraverso un flebòtomo, colpisce sia gli esseri umani che gli animali. Dopo la malaria e la filariosi linfatica, la leishmaniosi è la terza malattia più incidente a scala globale. Leishmania infantum è la specie diffusa nel continente Europeo e nel bacino Mediterraneo. In Italia, dalle zone costiere collinari e isole maggiori l'infezione si è espansa in molte aree prealpine e del nord Italia. La nostra ricerca sta valutando l’efficacia dell’attività di polisaccaridi e biometaboliti estratti da macroalghe marine contro L. infantum. I polisaccaridi sono stati estratti da due alghe brune della Laguna di Venezia, Sargassum muticum e Undaria pinnatifida; i biometaboliti sono stati estratti dall’alga rossa Asparagopsis taxiformis presente nello Stretto di Messina. I test MTT non hanno evidenziato attività citotossica degli estratti algali su line cellulari DH82, VERO, L929, MDCK e U937. Gli estratti sono stati inoculati a diverse concentrazioni in colture di L. infantum (MHOM/IT/80/IPT1) mostrando come questi abbiano una notevole attività già a basse concentrazioni.
Attualmente non esiste un vaccino e il trattamento della leishmaniosi non è curativo. A differenza dei principi attivi utilizzati nei farmaci in commercio (es. antimoniali pentavalenti, pentamidina e amfotericina B) che sono di origine sintetica e con alta tossicità alle dosi terapeutiche efficaci, il prodotto che si vuole proporre ha origine naturale e non è citotossico. I polisaccaridi e i biometaboliti algali svolgono un ruolo rilevante in applicazioni farmaceutiche per la loro biocompatibilità intrinseca e il potenziale basso costo. Inoltre, i dati sul potenziale antileishmaniale delle alghe marine sono estremamente limitati ad alcuni ceppi non mediterranei (Leishmania donovani, L. mexicana, L. major eL. amazonensis). Il nostro studio rappresenta la prima indagine di applicazione dei polisaccaridi e biometaboliti algali sul ceppo mediterraneo L. infantum. Da un punto di vista ambientale, la tecnologia vuole proporre l’uso ecosostenibile di quelle specie algali che, producendo elevate biomasse nella Laguna di Venezia, causano notevoli disagi alle attività antropiche, nel quadro di un processo di Bio-based Circular Economy.